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Residenze per anziani non autosufficienti. In arrivo nuovi standard nazionali per qualità e sicurezza


Trasmesso alla Stato Regioni il decreto del Ministero della Salute che fissa criteri per l’individuazione dei requisiti di sicurezza e qualità delle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone anziane non autosufficienti. Obiettivo superare le attuali disomogeneità regionali, creando una cornice nazionale unica e coerente per l’intero territorio IL DOCUMENTO

17 APR -

In arrivo criteri condivisi e omogenei a livello nazionale per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture residenziali, semiresidenziali e domiciliari a carattere sanitario e sociosanitario.

È stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, il nuovo decreto del Ministero della Salute, firmato dal Ministro Orazio Schillaci sui “Criteri condivisi ed omogenei a livello nazionale per l’individuazione dei requisiti di sicurezza e qualità delle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone anziane non autosufficienti. Un provvedimento in attuazione del decreto legislativo 29/2024 in materia di politiche in favore delle persone anziane.


Un sistema più equo e trasparente L’obiettivo del decreto è duplice: da un lato garantire condizioni minime di sicurezza e qualità delle strutture; dall’altro superare le attuali disomogeneità regionali, creando una cornice nazionale unica e coerente per l’intero territorio. Si punta così ad introdurre un sistema più equo, in grado di assicurare standard assistenziali omogenei a prescindere dalla regione di appartenenza.


Un sistema monitorato e sostenibile Tra le principali novità, il rilascio dell’accreditamento istituzionale sarà subordinato alla verifica del rispetto dei requisiti nazionali (riportati nell’allegato A al decreto), che includono aspetti organizzativi, formativi e strutturali delle strutture.
L’attuazione del decreto sarà monitorata dal tavolo nazionale dell’accreditamento, che valuterà lo stato di implementazione nelle varie regioni. Il rispetto dei requisiti rappresenterà anche un adempimento per l’accesso al finanziamento integrativo del Servizio sanitario nazionale.

Per le strutture già operative, sono previsti tempi di adeguamento graduali, in particolare per i nuovi requisiti strutturali. Viene inoltre ribadito che non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Un cambio di paradigma atteso da tempo Il provvedimento si inserisce nel solco tracciato dalla legge delega 33/2023 sulle politiche per gli anziani e dal Piano nazionale della cronicità. Rafforza la visione dell’assistenza agli anziani non autosufficienti non come semplice “gestione dell’ospite”, ma come percorso di presa in carico globale, continuo e dignitoso.

Cura, relazioni e tecnologia al centro Il testo valorizza fortemente la dimensione relazionale e sociale delle strutture per anziani. Viene richiesto che le strutture favoriscano la continuità di vita e di relazione degli ospiti con la comunità, assicurando spazi adeguati per attività sociali, la possibilità di visite quotidiane dei familiari, e l’integrazione con il territorio.

L’innovazione tecnologica diventa parte integrante del nuovo modello: si prevede l’adozione di strumenti di videosorveglianza, sistemi informativi clinici informatizzati, piattaforme di telemedicina e telemonitoraggio. Il tutto nel rispetto della privacy e delle normative vigenti.

Modularità e flessibilità dei servizi Le strutture potranno articolarsi in moduli con differenti livelli di intensità assistenziale, come cure domiciliari di base e integrate, in modo da rispondere meglio alla complessità dei bisogni degli ospiti. Inoltre, sarà possibile attivare nuclei abitativi dedicati a specifiche patologie, come l’Alzheimer, con l’obiettivo di personalizzare ulteriormente i percorsi di assistenza.



17 aprile 2025
© Riproduzione riservata
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