Aggressioni in sanità. Nursind: “Fare presto, infermieri nel pubblico i più colpiti”
Il segretario del Nursind a margine dell’incontro tra il ministro Schillaci e i sindacati. “Se è vero che il problema delle aggressioni è anche culturale, allora sono la politica e la classe dirigente per prime a dover fare mea culpa, avendo avvelenato i pozzi per anni con la narrazione negativa sui dipendenti pubblici fannulloni”, dice Bottega. Secondo il quale “è altrettanto prioritario” intervenire “sulle cause strutturali, a cominciare dalla carenza di personale”.
19 SET - “Bene le nuove misure messe in campo ma se è vero, come dice il ministro Schillaci, che il problema delle aggressioni è anche culturale, allora sono la politica e la classe dirigente per prime a dover fare mea culpa, avendo avvelenato i pozzi per anni con la narrazione negativa sui dipendenti pubblici fannulloni. Lo abbiamo ribadito durante l’incontro sulla sicurezza che è in corso al ministero della Salute”. Lo riferisce in una nota, il segretario nazionale del Nursind,
Andrea Bottega.“Adesso quindi è necessario sradicare questo convincimento sbagliato – prosegue – ma è altrettanto prioritario, come sosteniamo da tempo, intervenire sulle cause strutturali, a cominciare dalla carenza di personale, che contribuiscono a scatenare il fenomeno odioso e mai giustificabile delle violenze. Poi, dal momento che gli infermieri, come attestano i numeri dell’Osservatorio sulla sicurezza Onseps, sono i sanitari più colpiti, un’azione incisiva è ancora più urgente. Non bisogna trascurare, infatti, che parliamo di una categoria che già vive un grave problema di disaffezione e di fuga dalla professione verso l’estero o verso il privato dove, in base ai dati regionali pervenuti all’Osservatorio presso il Ministero, guarda caso, le aggressioni sono molto meno che nel pubblico: il 4% in quello accreditato contro il 96%”.
“Rafforzare il nostro Ssn, dunque - conclude il segretario del Nursind -, rimane la sola soluzione per combattere efficacemente questa piaga e rispondere alla domanda di salute dei cittadini”.
19 settembre 2024
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