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Salute e ambiente. Non basta cambiare la Costituzione


Che senso ha considerare la salute e l’ambiente beni e valori costituzionali, quindi da tutelare, mettendo giustamente limiti all’economia,  senza ripensare, prima di tutto, le teorie economiche sulla sostenibilità che  hanno arbitrariamente  imposto le controriforme dell’art. 32?

11 APR -

Io rivoglio l’art 32
Secondo me coloro che ritengono, come Articolo 1 e il PD,  che in sanità  il neo-liberalismo  sia compatibile  con l’art. 32 , non solo tradiscono gli ideali di giustizia della sinistra,  quindi negano la sinistra,  ma quel che è peggio tradiscono i cittadini, in particolare  quelli  socialmente più deboli,  cioè quelli  che, solo grazie ed esclusivamente ai diritti, possono sperare di essere curati come gli altri.

Faccio notare che, con la riforma ter della Bindi, come dimostrano i dati sui fondi integrativi, (QS 8 aprile 2022) a guadagnarci sono state le categorie sociali più forti ma a rimetterci sono state le categorie sociali più deboli. E questo se andava bene con l’interclassismo clientelare della Democrazia Cristiana  della Bindi, con la sinistra che prima di tutto difende i più deboli non dovrebbe  avere  niente a che fare, a meno di supporre, come molti suppongono, che DC e  PD siano equivalenti.

Se, i diritti sono fondamentali, allora i diritti, non possono essere né “svenduti” né “venduti” al mercato, perché nel momento in cui  ciò avviene, come è avvenuto proprio con la controriforma della Bindi del '99, i diritti muoiono.

Siccome  non riesco a rassegnarmi all’idea di perdere l’art. 32 nel senso che  continuo a considerare la sua controriforma, a parte un tradimento morale e politico della sinistra  ma soprattutto una vera tragedia sociale, vorrei  proporre, sfidando il senso comune dei più, un supplemento di riflessione,  approfittando di una circostanza che, a sentire i costituzionalisti, riveste un grande rilevanza  storica,  vale a dire la  modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione.

L’articolo 9 tutela la ricerca scientifica e il paesaggio come beni, l’articolo 41 dice che l’economia  non deve arrecare danno alla salute, alla sicurezza, ecc. 

Diritti blu rossi e verdi

Vasac  un noto giurista ceco ha classificato i diritti in tre generazioni distinguendole per colore, blu, rosso e verde (la prima, la blu, comprende  i diritti civili e i diritti politici; la seconda, la rossa, i diritti economici, sociali e culturali; la terza,  la verde, i cosiddetti diritti di solidarietà, di cui fanno parte l’autodeterminazione, la pace, lo sviluppo, la difesa dell’ambiente, la qualità della vita).

Il diritto alla salute secondo Vasac sarebbe quindi un diritto rosso.

La Camera dei deputati ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione, introducendo nella nostra Costituzione tra i principi fondamentali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.

La tutela costituzionale dell’ambiente, non era prevista nella prima redazione  della Costituzione (75 anni fa l’emergenza ambientale e climatica che abbiamo ora era inimmaginabile).

Mettere la tutela ambientale  all’interno della Carta costituzionale è una  prerogativa delle Costituzioni di terza generazione, quelle  in vigore nella seconda metà degli anni ’70 e che hanno subito l’influenza dei primi sviluppi della tutela ambientale in ambito internazionale.

Questa “inclusione” per noi della sanità, riveste un grande significato, perché, dicono i costituzionalisti, essa altro non è che una interpretazione estensiva ed evolutiva degli articoli 9 e 32.

Cioè il diritto alla salute, diritto  rosso di seconda generazione, attraverso i diritti di terza generazione (ambientali, protezione delle risorse naturali, l’equità intergenerazionale,  sviluppo sostenibile, ecc.), si estende, si allarga acquista nuove prerogative e cosa fondamentale:
• senza perdere il suo carattere antropocentrico cioè riconfermando, a dispetto degli orientamenti ecocentrati e   biocentrati , il principio dell’art 32  quindi  la centralità della persona;

• riaffermando il principio solidarista dell’art32, cioè quel principio, dicono sempre  i costituzionalisti,   che  “non solo fa sì che questo rappresenti un valore costituzionale riconosciuto e garantito, e dunque vincolante, ma che esso si leghi in modo inscindibile con la tutela dei diritti fondamentali, divenendone una implicazione naturale”.[1]

Ridefinire i rapporti tra economia e diritti
Nel momento in cui la salute si estende all’ambiente, quindi accrescendo oltre misura la sua già notevole complessità ontologica,  implicitamente il legislatore è come se ponesse, rispetto al valore sovrano e allargato della salute,  un limite all’iniziativa economica privata. Faccio notare come la Corte Costituzionale abbia, in più di un’occasione (ord. n. 186/1996, sentt. n. 196/1998, n. 190/2001 e n. 116/2006), posto il problema di compatibilità tra  economia e ambiente  per non parlare di quella tra  salute e ambiente.

Questo, cioè la ridefinizione dei rapporti tra economia e salute , per me ha un grande significato politico perché mette fuori gioco di fatto le  controriforme fatte contro l’art. 32.

Non va dimenticato  che al grido “non si può dare tutto  a tutti” le ragioni dell’economia, in modo  neoliberistico, hanno indotto la sinistra di governo a contro-riformare nel '99  con la legge 229  l’art. 32.

Oggi,  dopo la lezione salata della pandemia, dalla quale come è noto l’economia  ne è uscita a pezzi,  non troverei per niente velleitario,  riformulare i teoremi sula sostenibilità finanziaria sulla base dei quali si sono fatte le controriforme.

Anzi  al contrario troverei folle non farlo. E infatti trovo folle e da laico aggiungo, molto poco “cristiano”, che per il bene comune non si faccia,  non dico un “atto di contrizione” sulle controriforme fatte ma almeno  un po' di onesta autocritica.
Io penso  che nel nuovo quadro costituzionale la riforma ter della Bindi deve essere superata.

Che senso ha…
Quindi  vorrei che Articolo 1, il PD, il ministro Speranza, la sinistra, “Salute diritto fondamentale”, la Bindi e  chi ci ha parlato  della “privatizzazione strisciante” (QS 14 settembre 2021) e tutti coloro che parlano di art. 32  senza sapere di che parlano, alla luce dell’allargamento del diritto alla salute all’ambiente, si ponessero  delle domande:
• che senso ha allargare il dominio dell’art. 32 con la modifica dell’art. 9 e dell’art. 41 senza che nello stesso tempo si provveda a sottrarre il diritto alla salute al mercato,  cioè senza  prima ricostruire le condizioni politiche e giuridiche in ragione delle quali  esso torni ad essere quello che era ed è sempre stato vale a dire  un diritto d seconda  generazione certo ma soprattutto un inalienabile diritto fondamentale?

• che senso ha considerare la salute e l’ambiente beni e valori costituzionali, quindi da tutelare, mettendo giustamente limiti all’economia,  senza ripensare, prima di tutto, le teorie economiche sulla sostenibilità che  hanno arbitrariamente  imposto le controriforme dell’art. 32?

• che senso ha difendere un valore come la salute  nei confronti dell’economia ma lasciando all’economia  la libertà di sfruttarlo cioè di specularci sopra  quindi di mercificarlo come si è deciso con  l’art. 9 della riforma Bindi?

Coerenza, coerenza e ancora coerenza
In sostanza, ripeto,  che senso ha, allargare in Costituzione  attraverso l’ambiente la salute,  senza cancellare quelle controriforme, regionalismo differenziato  compreso  che, in nome del teorema neoliberista, hanno ristretto il concetto di salute a merce? O a bisogni minimi? O peggio a bisogni “essenziali”. O  al colmo dell’ipocrisia a bisogni “appropriati” fino a finire sulla graticola della sanità sostitutiva?

Io credo che anche in ragione della  modifica dell’art. 9 e dell’art. 41 in Costituzione, che  la sinistra intera ha votato, sia giunto il momento della coerenza  e quindi fare una bella quarta riforma prima di tutto per cancellare la legge  229  del 1999 o meglio per cancellare tutta quella roba che è sia in aperta contraddizione con l’art. 32, sia con gli articoli 9 e 41.

Nello stesso tempo chiedo alla Bindi di aprire la strada. Cioè di dare il buon esempio. Perché  basterebbe solo questo a far cambiare il corso politico delle cose. Ma, come ve lo devo dire, che se non rimediamo agli errori del passato, la sanità pubblica non ha futuro?

Ma quando la finiamo di fare slogan?
Una ultima considerazione. E’ inutile rimarcare che l’estensione del diritto alla salute all’ambiente, cambia e non di poco, l’idea di salute, di servizio, la strategia di intervento  e l’epistemologia della tutela  della salute e della prevenzione.

E rivolgendomi questa volta direttamente a Speranza, con tutto  il rispetto  che il suo ruolo merita,  gli chiedo:

• ma lei ministro, come fa a votare i diritti  della terza generazione senza preoccuparsi di difendere quelli della prima e della seconda?
• come fa a votare gli articoli 9 e 41 e nello stesso tempo  a rifilarci  proprio sulla prevenzione tutte quelle banalità scritte nella missione 6 del PNRR?

Lei  ministro Speranza al Global Health Summit  che ha impeccabilmente presieduto (21 maggio 2021),  in modo molto cool, ci ha sparato lo slogan One Health, ora, in occasione  della giornata mondiale dell OMS lo slogan è cambiato (Our planet, Our health) e lei signor ministro, serafico, ci dice che  “prendersi cura del pianeta  vuol dire prendersi cura della salute di tutti noi” (QS 7 aprile 2022).

Scusi ministro a parte che, con gli  slogan oltre l’uscio di casa non si va, ma non le viene in mente, da uomo di sinistra,  o di “quasi sinistra”, che  proprio alla luce delle modifiche costituzionali, ripeto, da lei votate,  a questo punto ci vorrebbe una coraggiosa  inversione di marcia?

Ivan Cavicchi

[1]  R. Montaldo Il valore costituzionale dell’ambiente, tra doveri di solidarietà e prospettive di riforma Quaderni costituzionali 2.2021

 



11 aprile 2022
© Riproduzione riservata


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