Governo. È nato l’Esecutivo Conte, i ministri hanno giurato. Giulia Grillo è la nuova ministra della Salute: “Restituirò dignità a comparto pesantemente definanziato”. Tutte le misure previste per la sanità: dal finanziamento del Ssn al personale, fino ai
É nato il governo guidato da Lega e MoVimento 5 stelle. Dopo una lunga giornata di trattative, ieri in serata il premier Giuseppe Conte ha accettato l'incarico conferitogli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e presentato la squadra dei ministri che hanno prestato giuramento oggi pomeriggio. Al Ministero della Salute è stata confermata la capogruppo dei 5 stelle alla Camera Giulia Grillo, mentre al nuovo ministero della Famiglia e delle Disabilità siederà Lorenzo Fontana.
"Sono davvero onorata di essere stata scelta per ricoprire la carica di ministro della Salute. Come medico e cittadina farò ogni sforzo per restituire dignità a un comparto che nel corso degli anni è stato pesantemente definanziato. La salute è il bene più importante e gli italiani, da Nord a Sud, hanno diritto a un servizio sanitario davvero efficiente e universale. Ci sono milioni di miei concittadini che ogni anno rinunciano alle cure, o le posticipano, per ragioni economiche e questo non deve più accadere. Sono molte le sfide che mi aspettano e intendo affrontarle con determinazione. Penso alla piaga delle liste di attesa, ai Lea, alle assunzioni del personale medico e infermieristico, alla governance della farmaceutica. Si tratta di temi ineludibili che, ne sono certa, questo governo del cambiamento affronterà mettendo sempre al primo posto il bene dei cittadini". Queste le prime parole che la nuova ministra della Salute ha pubblicato su Facebook.
Nel suo primo messaggio, dunque, nessun richiamo ai vaccini. Cosa notata da centinaia di utenti che hanno tempestato la sua pagina di messaggi chiedendole l'immediata abolizione della legge 119/2017.
Grillo, medico legale, si è occupata della materia per il M5S durante tutta la scorsa legislatura, anche ricoprendo l'incarico di capogruppo in Commissione Affari Sociali per diversi anni (vedi qui idee e progetti per la sanità di Giulia Grillo). Oggi, alle 16, è in programma il giuramento dei nuovi ministri.
Ma cosa dobbiamo aspettarci dal governo giallo-verde per la sanità ed il sociale? Esaminando il contratto di governo siglato nelle scorse settimane dalle due forze politiche e, successivamente, ratificato dai loro elettori sia sulla piattaforma Rousseau che nei gazebo allestiti dalla Lega in mille piazze italiane, saranno queste le misure per il settore che si proveranno a realizzare
SANITA'
Finanziamento Ssn. Viene esplicitata la volontà di mantenere l'attuale impianto di un Servizio sanitario pubblico ed universalistico, garantendo equità di accesso nelle cure e uniformità dei Livelli essenziali di assistenza. La sanità dovrà continuare ad essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale riducendo al minimo il ricorso ai ticket. Quanto alle risorse, si dovrà procedere ad un recupero integrale di tutte quelle risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, garantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali.
Il recupero delle risorse dovrà avvenire attraverso la lotta agli sprechi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farmaceutica e sanitaria, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’informatizzazione e digitalizzazione del Ssn, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza.
Dirigenza sanitaria. Si richiama poi ad un necessario intervento sulla dirigenza sanitaria. I dirigenti dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche. Si sottolinea dunque la necessità di rescindere il rapporto fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi criteri di nomina sia dei direttori generali, sia dei direttori sanitari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse.
Viene infine richiamata la necessità di garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’operato dei direttori generali in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende.
Informatizzazione Ssn. Viene rilanciata una piena informatizzazione del Ssn, con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, in modo da consentire una reale trasparenza e un efficace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. Si pone inoltre attenzione nel rapporto tra i rimborsi a carico del Ssn e risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza. Altro obiettivo è quello di implementare la telemedicina grazie a tutte le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pazienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità.
Medicina del territorio e integrazione socio-sanitaria. Implementare e integrare i servizi socio-sanitari, superando il modello “ospedalo-centrico”. Si spiega che la risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ma è nel contempo necessario sviluppare in maniera diffusa i servizi territoriali, con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e predefiniti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sanitario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. Viene inoltre definita indispensabile l’implementazione di un coordinamento territoriale a livello di distretto sanitario, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura.
L’integrazione socio-sanitaria dovrà poi comportare, anche in termini economici, un diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali per realizzare una co-progettazione efficace.
Medici medicina generale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare sostegno ai servizi territoriali si propone una revisione del ruolo dei medici di medicina generale. "Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato", si legge poi nel contratto.
Tempi di attesa. L'obiettivo è quello di ridurre i tempi di attesa al Pronto soccorso attraverso l’implementazione di strutture a bassa intensità di cura. Si propone quindi di delineare percorsi di assistenza e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare ogni forma di spreco che derivi da una non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguata, da un mancato ammodernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. Presente un richiamo anche all'intromoenia laddove si evidenzia che si dovrà garantire l'assenza di squilibri tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di libera professione, soprattutto con riguardo ai tempi di attesa.
Assunzioni personale sanitario. Nella bozza si spiega che il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa carenza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014 (orario di lavoro europeo).
Specializzandi. Si parte da questo postulato: i posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. Si spiega, successivamente, come al momento quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole universitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del Miur. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rivedendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Si vuole inoltre consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche necessarie allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014).
Invecchiamento popolazione. La prima azione che il governo vuole mettere in campo è quella di promuovere la diffusione capillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Da implementate anche le strutture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologichegarantendo risorse adeguate per l’assistenza, diretta e personalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Si propone poi di rendere obbligatorio l’inserimento di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel Ssn o per le strutture convenzionate, per garantire il rispetto di quei parametri di civilità del vivere.
Vaccini. Di fatto viene proposto il superamento del decreto Lorenzin. L’obiettivo è quello di tutelare la salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali, ma affrontando al contempo la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale. Il tema sembra grosso modo ricalcare quanto previsto in una proposta di legge della Lega depositata di recente in Senato. Entrambi gli schieramenti, apertamente contrari al decreto Lorenzin, avevano promesso in campagna elettorale il superamento dell'attuale normativa sulla materia.
MINISTERO PER LE DISABILITA'
Fondi per disabilità e non autosufficienza. Si prevede un generale rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non autosufficienza al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, assicurando l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico.
È necessario intervenire affinché i trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, qualora attinenti a condizione di disabilità, siano esclusi tassativamente dal calcolo dell’Isee o di altri indicatori reddituali, necessari per accedere ad agevolazioni o benefici.
Una governance coordinata degli interventi. Per assicurare protezione e inclusione ai soggetti con disabilità o non autosufficienti è necessario superare la frammentazione dell’intervento pubblico nazionale e locale, attraverso una governance coordinata e condivisa sugli interventi e la messa in rete degli erogatori degli interventi. Bisogna assicurare il tempestivo aggiornamento delle agevolazioni per l’acquisto di beni e ausili per le persone con disabilità.
Studenti con disabilità. Deve essere garantita l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, attraverso una reale specializzazione degli insegnantiper il sostegno e l’implementazione della loro presenza in aula. Si dovranno individuare percorsi di aggiornamento per i docenti curricolari e per tutte le figure presenti nella scuola. È necessario un intervento culturale di contrasto ai pregiudizi sulle disabilità, assicurando che nel percorso didattico vi siano dei momenti di ascolto e incontro con la disabilità, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei disabili.
Collocamento al lavoro. Si richiama ad una ricognizione dello stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento al lavoro delle categorie protette, con una particolare attenzione per le disabilità gravi, assicurandone il rispetto nel pubblico e incentivando le assunzioni nel settore privato e, se necessario, contemplando percorsi lavorativi specifici per disabilità fisiche o psichiche.
Barriere architettoniche. Si dispone di garantire l’accessibilità di luoghi, beni e servizi attraverso un effettivo abbattimento delle barriere architettoniche, contemplando anche un audit civico nella realizzazione di opere pubbliche. Occorre implementare una “politica per la vita indipendente” che favorisca l’accesso delle persone con disabilità ad abitazioni di recente concezione o costruzione. Servono politiche di housing sociale che coinvolgano il privato e introducano, negli oneri di urbanizzazione, quote da riservarsi alle persone con disabilità.
Cohousing. Si vuole favorire il cohousing e organizzare corsi di formazione specifica, tenuti da personale sanitario e tramite incontri di automutuoaiuto, per aumentare conoscenze e competenze dei caregivers.
Ministero per le disabilità. Al fine di dare adeguata rappresentanza alla disabilità nell’agenda politica, c'è l'impegno ad istituire un dicastero dedicato. Si dovrà inoltre garantire un’adeguata rappresentanza anche attraverso l’istituzione di un Garante regionale quale figura di riferimento in caso di inadempienze e violazioni dei diritti delle persone con disabilità.
AUTONOMIE
Più autonomie alle Regioni che le richiedono. Nel testo c'è l’impegno a porre come questione prioritaria nell’agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, portando anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attualmente aperte (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna). Il riconoscimento delle ulteriori competenze dovrà essere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse. Alla maggiore autonomia dovrà infatti accompagnarsi una maggiore responsabilità sul territorio, in termini di equo soddisfacimento dei servizi a garanzia dei propri cittadini e in termini di efficienza ed efficacia dell’azione svolta. Questo percorso di rinnovamento dell’assetto istituzionale dovrà dare sempre più forza al regionalismo applicando, regione per regione, la logica della geometria variabile che tenga conto sia delle peculiarità e delle specificità delle diverse realtà territoriali sia della solidarietà nazionale, dando spazio alle energie positive ed alle spinte propulsive espresse dalle collettività locali.
Costi standard. Viene richiamata la necessità di utilizzare il modello dei “costi standard” per i servizi regionali e locali.
Giovanni Rodriquez
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